Non c'è sofferenza maggiore per chi ama gli spazi aperti trovarsi costretto a restare in quelli chiusi. Questo può esser comportato da tanti fattori, elencarli ritengo sia superfluo.
Se poi questi tempi sono anche preda di noiose staticità casalinghe, allora la situazione si complica! Lo sventurato inizia dei disperati tentativi di svago che lo portino a compensare il desiderio di fuggire. Dico male? Beh, per me è così.
Tuttavia può esistere una soluzione. Come tutte le discipline avventurose, l'alpinismo è fra quelle che maggiormente si concede al racconto, per questo più che mai un buon libro gli rende omaggio. Leggete di montagna. La Tv non funziona, Film e documentari difficilmente si addicono, manca qualcosa, una delle caratteristiche più forti di questa disciplina, l'intimità. E' forse anche questo che spinge i grandi protagonisti ad esserne schivi, poco vediamo un Messner o un Bonatti in una trasmissione televisiva, giammai poi un Gogna, un Cassin (lasciatoci da non molto). Tutti loro scelgono un altro mezzo, quello che permette di trasmettere al meglio riflessioni, narrare grandi imprese, quello del libro. Il libro funziona, il libro è intimo, è un amico fedele. Sui libri si impara a vivere, in tv ad apparire. Bon, credo di averle dette tutte.
Gli autori certo non mancano, non vi è alpinista degno del nome che non abbia impugnato la penna anche solo una volta. Alcuni poi, si ricordano come vere pietre miliari.
il discorso può essere inteso banalmente, invece va a cercare un significato preciso. Oggi in montagna si va per sport e poco più, il compromesso istituito sin dagli agli inizi fra uomo e natura è stato abbattuto dalla ricerca sfrenata della forma atletica. Quello e basta.
Il libro porta invece a far riaffiorare le motivazioni, i pensieri di vecchi pionieri che ancora traevano dalla scalata una motivazione spirituale, lasciando poi alla fantasia del lettore rielaborare le vicende e spettacolarità delle ascese. Educazione, ritengo sia la forza maggiore del libro di montagna.
Detto ciò, ci si prenderà la briga di pubblicare futuri articoli sulla narratività alpinistica, affinchè premesse non generino premesse, che caspita! Anzi, a tal timore meglio cominciare subito.
L'autore è stato uno dei più grandi alpinisti di tutti tempi. Il "Fortissimo" Giusto Gervasutti. Friulano d'origine, ha operato sia nelle dolomiti che nelle Alpi occidentali, compì a cavallo degli anni trenta fra le più importanti vie alpinistiche di sempre. Ancora oggi, la sua "Via est delle Grand Jorasse" conta pochissime ripetizioni.
Fece in tempo a pubblicare il suo libro, prima di perdere la vita durante l'apertura del pilastro del Mont Blanc du tacul, che ora porta il suo nome.
"Scalate nelle Alpi" è un diario storico, acido e dalle riflessioni a tratti contorte che porta la parola d'un grande alpinista uscito troppo presto dalla scena, che ancora avrebbe dato molto.
Se poi questi tempi sono anche preda di noiose staticità casalinghe, allora la situazione si complica! Lo sventurato inizia dei disperati tentativi di svago che lo portino a compensare il desiderio di fuggire. Dico male? Beh, per me è così.
Tuttavia può esistere una soluzione. Come tutte le discipline avventurose, l'alpinismo è fra quelle che maggiormente si concede al racconto, per questo più che mai un buon libro gli rende omaggio. Leggete di montagna. La Tv non funziona, Film e documentari difficilmente si addicono, manca qualcosa, una delle caratteristiche più forti di questa disciplina, l'intimità. E' forse anche questo che spinge i grandi protagonisti ad esserne schivi, poco vediamo un Messner o un Bonatti in una trasmissione televisiva, giammai poi un Gogna, un Cassin (lasciatoci da non molto). Tutti loro scelgono un altro mezzo, quello che permette di trasmettere al meglio riflessioni, narrare grandi imprese, quello del libro. Il libro funziona, il libro è intimo, è un amico fedele. Sui libri si impara a vivere, in tv ad apparire. Bon, credo di averle dette tutte.
Gli autori certo non mancano, non vi è alpinista degno del nome che non abbia impugnato la penna anche solo una volta. Alcuni poi, si ricordano come vere pietre miliari.
il discorso può essere inteso banalmente, invece va a cercare un significato preciso. Oggi in montagna si va per sport e poco più, il compromesso istituito sin dagli agli inizi fra uomo e natura è stato abbattuto dalla ricerca sfrenata della forma atletica. Quello e basta.
Il libro porta invece a far riaffiorare le motivazioni, i pensieri di vecchi pionieri che ancora traevano dalla scalata una motivazione spirituale, lasciando poi alla fantasia del lettore rielaborare le vicende e spettacolarità delle ascese. Educazione, ritengo sia la forza maggiore del libro di montagna.
Detto ciò, ci si prenderà la briga di pubblicare futuri articoli sulla narratività alpinistica, affinchè premesse non generino premesse, che caspita! Anzi, a tal timore meglio cominciare subito.
L'autore è stato uno dei più grandi alpinisti di tutti tempi. Il "Fortissimo" Giusto Gervasutti. Friulano d'origine, ha operato sia nelle dolomiti che nelle Alpi occidentali, compì a cavallo degli anni trenta fra le più importanti vie alpinistiche di sempre. Ancora oggi, la sua "Via est delle Grand Jorasse" conta pochissime ripetizioni.
Fece in tempo a pubblicare il suo libro, prima di perdere la vita durante l'apertura del pilastro del Mont Blanc du tacul, che ora porta il suo nome.
"Scalate nelle Alpi" è un diario storico, acido e dalle riflessioni a tratti contorte che porta la parola d'un grande alpinista uscito troppo presto dalla scena, che ancora avrebbe dato molto.
Buona lettura!
Intanto io ho già letto i due ultimi di Maurone e tu no,
RispondiEliminaPAP
PAP
PER
O!